Sarà bene che la ricordi. La Carta dei Diritti dei Ragazzi allo Sport è un documento del 1992 (Ginevra), della Commissione Tempo libero ONU.
- Diritto di divertirsi e giocare
- Diritto di fare sport
- Diritto di beneficiare di un ambiente sano
- Diritto di essere circondato e allenato da persone competenti
- Diritto di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi
- Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le sue stesse possibilità di successo
- Diritto di partecipare a competizioni adeguate alla sua età
- Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza
- Diritto di avere i giusti tempi di riposo
- Diritto di non essere un campione
16 commenti:
... mi piacerebbe veder fioccare commenti.
m
...la mia proverbiale provinciale ignoranza!!!
neanche immaginavo esistesse una carta del genere!!!
almeno la metà delle disposizioni è violata dalle parti mie...
è giusto che ti si chiami "maestro"...
GMaK (attonito!!!)
... non credo di aver nessun merito per averla pubblicata. Per il bene dei nostri ragazzi spero si possa cominciare una serena riflessione, proprio partendo da quei dieci punti, scrivendoci su, già da ora, qualcosa; magari portando la propria personale esperienza. Si potrebbe partire dal "diritto di non essere un campione", ad esempio. Oppure dal "diritto di essere circondato ed allenato da persone competenti". O, più semplicemente, dal "diritto di divertirsi e giocare"...
m
Non c'è molto da commentare, caro Mario.
O meglio, ci sarebbe troppo da dire...
Come osserva GMak, oltre a trattarsi di un documento scarsamente conosciuto e pubblicizzato - nonostante sia del 1992 e non dell'altro ieri e pubblicato dalle Nazioni Unite, cioè la massima organizzazione internazionale - i suoi principi sono ancora ben lontani dall'essere realmente ed integralmente riconosciuti ed applicati.
Conosco tantissimi allenatori capaci, competenti, appassionati e, soprattutto, in grado di appassionare e di entusiasmare i ragazzi. Però in giro assisto anche a tanti esempi negativi, con buona pace del preteso "diritto di esser circondato ed allenato da persone competenti".
Il principio che più mi ha colpito è quello relativo al "diritto di non essere un campione", cosa che scagiuratamente troppo spesso viene dimenticata. Capita di creare troppe aspettative intorno ad un ragazzino promettente, caricandolo di pressioni o esaltandone eccessivamente le buone, ma magari non eccelse qualità.
Però direi che esiste anche il "diritto ad essere un campione" e di conseguenza è necessario un ambiente che aiuti il ragazzo a crescere non solo atleticamente, ma soprattutto umanamente e mentalmente, insegnandogli ad essere un campione sia dentro che fuori dalla pista.
Ad ogni modo preferisco non addentrarmi ulteriormente nell'analisi dei vari principi, in primo luogo perché non mi ritengo affatto un pedagogo, né comunque il più indicato per una simile disquisizione. Inoltre mi sembra che ciascuno possa trarre dal decalogo le proprie conclusioni, grazie ad una coscienziosa riflessione personale.
Aggiungo soltanto che, in seguito all'emanazione di questa Carta, l'Uefa ne ha diramata un'altra più specificamente diretta al mondo del calcio, la quale, se possibile, mi sembra ancora più violata e più lontana dall'esperienza di molti settori giovanili.
In particolare:
- il calcio è un giuoco per tutti;
- il calcio deve poter essere praticato dovunque;
- il calcio è creatività;
- il calcio è dinamicità;
- il calcio è onestà;
- il calcio è semplicità;
- il calcio deve essere svolto in condizioni sicure;
- il calcio deve essere proposto con attività variabili;
- il calcio è amicizia;
- il calcio è un giuoco meraviglioso;
- il calcio è un giuoco popolare e nasce dalla strada.
Perdonate la digressione, ma resto comunque un calciofilo e non riesco a risparmiarmi qualche piccolo parallelismo.
Un saluto.
Sat
Che dire Mario, sopratutto grazie a te, che ci fai osservare sempre che esistono certe regole, haimè..
mi dipiace dirlo :
sono come i dieci comandamenti,
tutti siamo cattolici credenti,
ma nessuno le rispetta....
GRAZIE....
UN ABBRACCIO....
MISTERCAMP...
Bellissima similitudine quella proposta da MisterCamp, molto calzante !
Non per mancanza di fiducia nei confronti del Maestro, ma da meticolosa quale sono, ho approfondito il tema.
Ho sempre sostenuto che questo blog è stimolo per accrescere conoscenze, laddove la curiosità vive.
Dalla ricerca è apparso alla sottoscritta una lacuna: non si parla di doveri dei ragazzi.
Si fa riferimento ai doveri degli adulti, ma non quelli dei ragazzi.
Si evidenzia il decalogo dei diritti, ma quanto ai doveri ogni associazione, scuola, ente che rappresenta la Carta in argomento, aggiunge un elenco di doveri attinenti alle attività specifiche.
Desumo che i ragazzi sono esonerati dai doveri oppure sono scontati e rientrano nell’operato degli educatori.
Una ignorante (nel senso che ignora)
Carla
L'intervento di Sognatrice mi sembra quanto mai opportuno.
In effetti si tende spesso a considerare i ragazzi come una sorta di oasi, di limbo di purezza, quasi che non possano avere, per principio, comportamenti scorretti o molesti.
Se ciò è in parte vero, non si può non considerare come al giorno d'oggi si assista, spesso e volentieri, ad una notevole maleducazione generale e comunque ad un'assistenza familiare assolutamente insoddisfacente. Di conseguenza, il compito dell'educatore/allenatore/precettore/maestro/professore - o che dir si voglia - è più arduo di quanto si possa normalmente pensare.
Ribadisco la mia assoluta ed evidente impreparazione sotto il profilo pedagogico, ma mi sembra che la puntualizzazione sui diritti/doveri dei ragazzi sia davvero pertinente.
Un saluto.
Sat
Adesso dovrei dire la mia. È però tardi, non riesco a prender sonno, e sto rintronato più del solito. Prendete quindi ciò che scriverò con le molle. Sto cercando di recuperare l'originale della "Carta dei diritti..." qui sopra pubblicata. Temo che qualcosa si sia perso nella traduzione ("lost in translation" direbbero gli americani) e che, forse, "ragazzi" vada tradotto con "bambini". Non che i bambini abbiano solo diritti e nessun dovere, ma le carta summenzionata (come altri documenti analoghi) nasce proprio con la finalità di rimarcare l'eccezionale rilevanza di una serie di valori che stanno alla base della relazione, civile, con l'altro (ma non un "altro" qualsiasi, si parla di un bambino). In altre parole quella è la base su cui fondare un'educazione. Consideriamo l'"Altro" come un bambino, sempre. Scopriremo che l'apprendimento di un dovere (un vero apprendimento) passa solo attraverso l'esperienza di un diritto riconosciuto.
O no?
m
Grande Maestro,
non finisci mai di informarci in modo specicico su argomenti dove la Tua competenza è davvero proverbiale.
E' vero che il decalogo non è opera Tua, ma Tu fai in modo che venga divulgato tra i fruitori dello sport in generale.
Certo che il Diritto n° 10 è sicuramente il + stimolante per i papà, come me, che vorrebbero che i propri figli si accostassero ad uno sport spinti solo da una sana ed incontrollabile passione/partecipazione.
Con gratitudine per questo regalo di fine anno P. Onofrillo
Penso che per un ragazzo il diritto n. 10 sia fondamentale per vedersi concessi i precedenti nove.
Si potrebbe capovolgere il discorso e redigere una carta dei doveri per gli allenatori o “educatori”:
1 obbligo a far divertire e giocare i ragazzi
2 obbligo di fare SPORT
3 obbligo di far beneficiare i ragazzi di un ambiente sano
4 obbligo di circondare i ragazzi da persone e allenatori competenti
e cosi via fino al punto 10
un saluto a Mario.
Marco
Ogni parola letta su questo blog induce riflessione, indifferentemente da chi la scrive...
Tuttavia vogliate perdonarmi...vado sul frivolo: leggo e rileggo il punto 6 e rivedo le immagini dell'ultimo triennio...e mi scappa da ridere!!!
Lo so, stavolta il criptico so' io ma me lo sto affa' sotto dalle risate!!!
Solo Nunzio e pochi altri mi possono capire...
GMaK
(perdonate la divagazione)
Più che criptico, esoterico. Ed io, da 'iniziato', rido di gusto con te (anche se non ho ben presenti tutti i protagonisti della vicenda, certe dinamiche mi sono note).
;))
marius
Concordo alla grande!
Anch'io non conosco il riferimento specifico, ma si tratta di una tematica vista, rivista e stravista... E di certo non solo tra i ragazzi...
Un saluto.
Sat
Che post, questo, maestro !
nessuno però ha fatto notare che anche i grandi hanno diritto di non essere campioni, (e non hanno bisogno di surrogati per competere) hanno diritto di praticare sport in assoluta sicurezza ( e non dietro i tubi di scappamento), ecc. ecc. ecc.
Anche i grandi, comunque, hanno il dovere di essere campioni di sportività.
I maratoneti d'Abruzzo e dint
Gira e rigira torniamo sempre lì: la nostra società/classe dirigente non ci aiuta a realizzarci nel migliore dei modi(o per niente).
L'iniziativa è nelle nostre mani, bene o male che possa essere, chi più e chi meno, ci si rimbocca le maniche e si cerca di "elevarsi al di sopra"...di cosa? a volte sono i tubi di scappamento, altre palestre malsane con pesi arrugginiti, piste di atletica che della pista rimane solo il colore sbiadito, sacconi buoni per i topi, spogliatoi come urinatoi dell'october fest...
Mi chiedo e vi chiedo, alla luce di questa carta sacrosanta, perchè? perchè si continua,
NONOSTANTE???!!!
GMaK, addio 2009 e ci sentiamo al 09/01/2010.
Io penso che uno dei tanti veri motivi (problemi) perchè non vengano rispettati questi 10 sacro santi diritti sono i G E N I T O R I di oggi, che vogliono non so che, trarre un profitto per una loro personale soddisfazione, invece di lasciare crescere i propri figli in modo sano - naturale - spensierati - senza CATTIVI pensieri - sfidandosi l'uno con l'altro sanamente, cacciandoli da una insana società esistente e sempre più complicata per il loro futuro e insegnadoli il rispetto per le persone(soprattutto più anziani di loro).----------------------
Posta un commento