Le quattro e mezza. Non ho sonno. E il sonno non mi avrà mai. Con le mani cerco la sveglia.
Il bidone dell'immondizia giù in strada suona le quattro e trentadue. Quanta roba buttiamo via. Il vetro quando non va in frantumi cerca sonorità liquide e taglienti, incontra il metallo del bidone, lo saluta rimbalzando, si tuffa tra altri vetri, colorati di roseo pomodoro e di un giallo che forse fu pera o albicocca; trova la gloria e una pace momentanea esplodendo sul fondo umido e irregolare dell'immondo traghetto che porta alla discarica. Il bidone ormai vuoto e solo, cade dalle ganasce del putrido furgone, senza un lamento. Un atto di inattesa pietà risparmia un asse da stiro che, perso da tempo l'uso delle gambe, si appoggia con riconoscente rispetto al bidone abbandonato. Troveranno l'alba insieme, senza dirsi una parola.
Il traghetto immondo e che non monda suona le quattro e trentaquattro tentando una sgommata.
Altro vetro va "digrignando" sull'asfalto. Colpa d'un calcio menato senza energia. Punisce una piccola e bianca bottiglia per una birra finita anzitempo. Si ride sguaiatamente per strada alle quattro e quaranta. La birra è già sangue. C’è un po’ di pianto dentro quelle risa, uno strano monologo che insegue la notte che sa già di mattino, di fredda umidità che infradicia le ossa. Una tosse grassa e baritonale sta a significarlo. Tosse, risa, pianto. La solitudine di un ubriaco mi fa compagnia. Fino alle cinque e dieci.
Il silenzio è tenue sfondo dentro questo strano crepuscolo ancora sporco di notte. Il clangore di una cinghia che slitta, le sorde sonorità di grevi ruote gemellate, si alternano armonicamente rimbalzando tra due palazzine; il canto di un uccellino interrompe l’idillio, ma solo per un po’.
Con le mani cerco la sveglia. Alle sei ed un minuto. Sembra l'alba quel chiarore là in fondo, oltre le tapparell...
Il bidone dell'immondizia giù in strada suona le quattro e trentadue. Quanta roba buttiamo via. Il vetro quando non va in frantumi cerca sonorità liquide e taglienti, incontra il metallo del bidone, lo saluta rimbalzando, si tuffa tra altri vetri, colorati di roseo pomodoro e di un giallo che forse fu pera o albicocca; trova la gloria e una pace momentanea esplodendo sul fondo umido e irregolare dell'immondo traghetto che porta alla discarica. Il bidone ormai vuoto e solo, cade dalle ganasce del putrido furgone, senza un lamento. Un atto di inattesa pietà risparmia un asse da stiro che, perso da tempo l'uso delle gambe, si appoggia con riconoscente rispetto al bidone abbandonato. Troveranno l'alba insieme, senza dirsi una parola.
Il traghetto immondo e che non monda suona le quattro e trentaquattro tentando una sgommata.
Altro vetro va "digrignando" sull'asfalto. Colpa d'un calcio menato senza energia. Punisce una piccola e bianca bottiglia per una birra finita anzitempo. Si ride sguaiatamente per strada alle quattro e quaranta. La birra è già sangue. C’è un po’ di pianto dentro quelle risa, uno strano monologo che insegue la notte che sa già di mattino, di fredda umidità che infradicia le ossa. Una tosse grassa e baritonale sta a significarlo. Tosse, risa, pianto. La solitudine di un ubriaco mi fa compagnia. Fino alle cinque e dieci.
Il silenzio è tenue sfondo dentro questo strano crepuscolo ancora sporco di notte. Il clangore di una cinghia che slitta, le sorde sonorità di grevi ruote gemellate, si alternano armonicamente rimbalzando tra due palazzine; il canto di un uccellino interrompe l’idillio, ma solo per un po’.
Con le mani cerco la sveglia. Alle sei ed un minuto. Sembra l'alba quel chiarore là in fondo, oltre le tapparell...
5 commenti:
Caro Mario,
le notti insonni sono sintomo di ansie e preoccupazioni ed arrivano dopo che si va a letto con le palpebre pesanti che sembrano di pietra, ma … nel cuore della notte si spalancano come imposte di legno in balia della bora.
Si prova a ricadere tra le braccia di Morfeo ma non vuole, gira le spalle, ignora...
Allora comincia il percorso affollato dei pensieri, quello che in modo eccellente hai definito con l’esempio della mosca in cucina…
Fortunatamente per me sono solo episodi sporadici, spero anche per te.
Due notti senza sonno di seguito rovinano quattro giorni !
Se c’è un pensiero che causa notti dietro le tapparelle, spero che ti abbandoni presto e il motivo del distacco sia la soluzione.
Ciao e… sogni d’oro.
Carla
Ciao Carla,
grazie per la consueta sensibilità. No no, dormo sonni tranquillissimi. Il raccontino che hai letto è uno scritto di qualche anno fa. Ci tengo a dirlo, non vorrei che, pure stavolta, saltasse fuori qualcuno a rivendicare chissà quali recenti riferimenti alla propria persona. Insomma letteratura, di grana grossa, ma letteratura. Ma, in fondo, tutta la vita non è forse letteratura?
un abbraccio. mario
Scomodo Fernando Pessoa:
'La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita non basta'
Gis
... e invece dovrebbe bastare. Suggerisco la visione del film di Eastwood "Gran Torino": è un bellissimo saggio sul senso della vita (e della morte), con poca letteratura dentro e scelte concrete. Ergo, tutta la vita può NON essere letteratura. (Opinioni - aerobiche - non affermazioni).
un salutone. mario
Bello il film. Però boh.... ti lascia un vuoto dentro. Deve essere brutto invecchiare e rendersi conto che i propri cari sono dei veri sconosciuti.
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