
Glielo avevo “promesso”. Nell’ultimo post, quello dell’invito a lasciare commenti, chi ti “risento”? Chi mi riscrive? Il grande Raffaello Ducceschi (nella foto) in anima e computer. Per i piccini, ma anche per gli adulti con memoria (sportiva, e non solo) corta, voglio ricordare due o tre cose di lui. Innanzi tutto che è stato un marciatore. Un grande marciatore. Uno dei più interessanti talenti che si siano mai visti nella difficile disciplina del taccopunta. Capace a soli ventidue anni di arrivare 5° in un'Olimpiade (Los Angeles, 1984, 50 km), di classificarsi 8° in quella successiva (Seoul, 1988, 50 km), vinse le Universiadi nel 1987, sulla 20 km. Sempre nel 1987 fu 4° nella 50 km ai Mondiali di Roma. Di lui si è detto e scritto di tutto: del genio artistico-pittorico (oggi si occupa professionalmente di
industrial design – per ulteriori notizie vai su
http://www.piccinato.com/pagine/noi/collaboratori/raffaello_ducceschi/pag/raffaello_ducceschi_ita.htm ), dell’immenso talento atletico. Qualcuno tra i giornalisti favoleggiò addirittura di suoi trascorsi giovanili come madonnaro (fola di quelle che certa stampa utilizza per dar benzina all’immagine di personaggi emergenti); in molti (ed io tra questi) lo ricordano per aver “vivacizzato” con trascinante ironia il mondo esoterico e claustrale della marcia.
Prima di chiudere voglio ricordare un aneddoto. Si era a alle olimpiadi di Seoul, nel lontano 1988. Il giorno prima di ripartire per l’Italia, riuscii ad imboscarmi nella mega-mensa internazionale del villaggio olimpico. Io e Raffaello mangiammo insieme un “pastrocchio” di riso, cucina cinese. Mi chiese se sapevo usare le bacchette. Provai a spiegare con un esempio, ma mi incartai. Lui allora, cominciò a sbacchettare, prima fingendosi impacciato e poi spazzolandosi il piatto come neanche un
mingong di Shanghai. Ridemmo di gusto entrambi.
See you soon, Duccio, and... good luck!
Complimenti Marius...sempre molto preciso ed essenziale!!!!
RispondiEliminaBello il nuovo lay-out...
Franz